Le giacche in pelle, fin dal loro esordio nel panorama della moda, avvenuto nel 1928 a New York City a opera di Irving Schott, sono un capo d’abbigliamento cult e senza tempo, facilmente declinabile in base alle esigenze del soggetto che lo indossa.
I chiodi moderni derivano dai giubbotti indossati dagli aviatori nella Prima Guerra Mondiale.
In principio vengono interpretati da Schott per adattarsi alle esigenze dei motociclisti ma poi, a partire dagli anni ’50, trovano largo riscontro positivo nella gioventù, grazie a divi di Hollywood come Marlon Brando e James Dean.
In questo periodo vengono proposti esclusivamente nella loro accezione più classica, cioè di colore nero, ma a partire dagli anni ’70 sono commercializzati in molteplici colorazioni, il che permette a questi indumenti di adattarsi ancora meglio alle esigenze dei ragazzi di appartenenza ma, al contempo, di unicità nel contesto di gruppo.
Attualmente non sono più strettamente legati a persone nel fiore degli anni ma, grazie alle innumerevoli proposte annuali in grado di adattarsi a ogni necessità, si sono elevati a capi di vestiario must have e intramontabili per ogni fascia d’età.
L’ecosostenibilità dei prodotti di origine animale
Premesso che una giacca in pelle di qualità, con la debita cura, manutenzione e attenzioni, se non è per sempre, lo è quasi, si differenzia notevolmente da quelle in similpelle, ossia sintetiche, non solo per la durata ma anche per l’ecosostenibilità dei materiali utilizzati.
Apparentemente, a un occhio poco esperto, potrebbe sembrare che queste due tipologie di prodotti siano equiparabili ma non è assolutamente così.
I chiodi prodotti in pelle primo fiore di agnello, le migliori, o di vitello sono molto morbide e, quindi, si adattano estremamente bene al corpo, grazie alla loro flessibilità, esaltando in modo ottimale ogni figura corporea.
I prodotti artificiali sono semplicemente e banalmente in plastica, quindi non permettono al corpo di traspirare, durano molto meno perché sono poco elastici e, oltretutto, sono più predisposti ai danni da trazione di quelli naturali e, in ultimo ma non per importanza, danneggiano l’ambiente molto di più perché invece che essere un sottoprodotto dell’industria alimentare che riduce al minimo gli scarti di quest’ultima, sono in poliuretano, ossia un materiale inquinante.
Per fare un ulteriore salto di qualità, bisogna puntare sui chiodi in ecopelle, ossia quelli che vengono creati utilizzando pellami conciati in modo rispettoso della natura, il che determina un basso impatto ambientale della produzione.
La cura e la manutenzione
La qualità dei pellami, ovviamente, gioca un ruolo fondamentale nella durata dei capi di vestiario ma non è tutto.
Purtroppo, il nemico principale della pelle è la disidratazione perché la rende più rigida e quindi più suscettibile a danneggiamenti.
Principalmente si può seccare per due motivi: l’acqua e il trascorrere del tempo.
Siccome i chiodi temono l’acqua è preferibile evitare d’indossarli quando c’è il maltempo e, comunque, è sempre meglio trattarli di tanto in tanto con dei prodotti idrorepellenti.
Da ciò ne consegue che se si dovessero sporcare non vanno assolutamente lavati con acqua e sapone ma, anzi, prima è meglio pulirli grossolanamente con un panno morbido a secco, per poi proseguire con delle formulazioni cremose e idratanti.
A prescindere dalla pulizia eventualmente necessaria, è fortemente raccomandabile reidratarli periodicamente con delle creme appositamente formulate per questo scopo, in modo tale da mantenerne la morbidezza.
Le creme in commercio sono veramente tantissime, sia neutre che colorate, più o meno dense.
Le creme neutre sono molto semplici da usare perché non macchiano.
Nel caso, invece, che voleste ravvivare il colore del vostro giubbotto, oltre a fare molta attenzione alla tonalità che acquistate, ricordatevi che le composizioni pigmentate potrebbero rilasciare del colore non solo appena messe ma anche, seppur in maniera minore, in fasi successive, quindi fate attenzione agli sfregamenti tra capi molto chiari, molto colorati e molto scuri.
Per quanto riguarda la densità, invece, le formulazioni più liquide, oltre a essere più facilmente stendibili, si prestano maggiormente a un utilizzo frequente, mentre quelle più compatte sono da utilizzarsi più raramente, per evitare un’eccessiva stratificazione dei prodotti, oppure nel caso che il pellame si sia indurito.
L’attenzione per i dettagli
Un altro fattore importantissimo e spesso sottovalutato quando si sceglie un giubbotto in pelle è la cura per i dettagli riservata a esso durante la produzione.
Un buon pellame periodicamente manutenuto non è sufficiente a garantirvi una lunga durata e un comfort ottimale.
Da ciò ne consegue che affidarsi ad aziende artigianali, che, ovviamente, dedicano maggiore attenzione alle rifiniture, abbia molteplici vantaggi.
In Italia abbiamo la fortuna di avere sia la zona fiorentina che quella napoletana assai rinomate per le manifatture nel settore della pelletteria.
Queste realtà possono garantire, a parità di pellami utilizzati, oltre all’artigianalità in ogni fase della creazione dei loro indumenti, delle cuciture più accurate, delle fodere di materiali migliori e degli inserti più pregiati rispetto alle produzioni industriali.
Questi particolari sono determinanti non solo a livello estetico ma anche a quelli di comfort e di vestibilità.
Poi ci sono delle imprese, come Pelletterie Borghese, che, addirittura, per soddisfare al meglio le esigenze della propria clientela, producono i loro modelli del campionario anche su misura nel caso di necessità particolari, ossia quando l’acquirente non ha una taglia standard.
Ovviamente, questa non è la prassi ma avere la possibilità di acquistare dei capi, oltre che belli e alla moda, rivisitati in base ai propri bisogni specifici, è sicuramente un plus da non sottovalutare quando si compra una giacca in pelle di qualità.